Il 14 settembre 2016 sono entrate in vigore le modifiche al Codice dell’Amministrazione Digitale. Il D.Lgs del 26 agosto 2016 n. 179 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 13 settembre 2016 e contiene le modifiche al CAD che portano a compimento la riforma che si era aperta all’indomani della legge di riforma della Pubblica Amministrazione (Riforma Madia).
Le nuove modifiche hanno lo scopo di dare maggior centralità al CAD imponendo alle Amministrazioni di rispettare le norme che esistono già da tempo. Il nuovo CAD, rinominato CAD 3.0, non stravolge l’impianto del precedente codice ma vuole dare maggior enfasi alla cosiddetta “Carta della cittadinanza digitale” e quindi spostare l’attenzione dal processo di digitalizzazione in sé ai diritti digitali dei cittadini e delle imprese.
Il CAD ha come obiettivo quello di portare le Amministrazioni verso l’era del Digital First, in cui il cartaceo è l’eccezione; in tal senso il CAD3.0 introduce novità a livello organizzativo richiedendo ai Comuni di individuare e nominare un responsabile con un’adeguata formazione giuridica tecnologica e manageriale o un ufficio preposto a traghettarli verso questo processo di digitalizzazione totale. Parallelamente a questa nuova struttura, che avrà quindi importanti compiti di coordinazione e di incentivazione, le Amministrazioni dovranno, altresì, individuare anche un Difensore Civico Digitale come garanzia del rapporto telematico tra cittadini ed Amministrazioni.
Il Difensore Civico Digitale sarà, quindi, un soggetto a cui i cittadini e le imprese potranno rivolgersi qualora non vedano riconosciuti i propri diritti digitali, con tempi e costi sicuramente più bassi rispetto all’autorità giudiziaria.
Il CAD3.0 prevede, inoltre, un’estensione dell’ambito di applicazione: a tutte le società a controllo pubblico; attuazione delle norme al processo, sia esso civile, amministrativo, contabile o tributario, salvo che non sia specificato diversamente.
Altro punto focale è rappresentato dal domicilio digitale che sarà obbligatorio non solo per chi già era tenuto ad avere un recapito PEC, ma anche per i semplici cittadini. Sarà compito delle PA fornirne uno al cittadino che non ne possiede e sarà altrettanto obbligatorio per le PA usarlo sempre come mezzo esclusivo di comunicazione.
Queste sono solo alcune delle innovazioni apportate al Codice dell’Amministrazione Digitale. Naturalmente le modifiche richiederanno l’aggiornamento delle regole tecniche; questo compito è stato affidato dal CAD ad AGID che definirà entro i prossimi quattro mesi gli standard e le tecnologie.
Dal canto nostro, come TCS, ci mettiamo a fianco delle Pubbliche Amministrazioni già da subito sia per accompagnarle nel cammino verso la rivoluzione digitale utilizzando mezzi idonei (come il nostro portale al cittadino), sia per erogare corsi di formazione che possano chiarire aspetti tecnici e ambiti di applicazione all’interno delle specifiche realtà Comunali (DPCM del 13/11/2014 su Amministrazione Digitale).